Canali Minisiti ECM

Cure palliative, Abruzzo, Calabria, Campania e Sicilia sono ancora inadempienti

Sanità pubblica Redazione DottNet | 10/02/2022 14:39

Rapporto Agenas: Il livello di attuazione delle cure palliative è complessivamente buono ma permangono ritardi e aree di debolezza in alcune aree geografiche e in alcuni setting

A 10 anni di distanza dalla Legge 38/2000 sulle cure palliative ci sono ancora 4 regioni inadempienti rispetto a quanto previsto dai Lea e altre 4 adempienti con impegno. Ma i risultati sono in generale positivi. Il 90% delle aziende ha attivato la rete locale delle cure palliative; di esse, il 69% ha attivato la Carta dei servizi via web e il 79% i percorsi di cure dedicate. Nel setting ospedaliero, si rileva che 34 ASL risultano prive di equipe delle CP, mentre il 42,7% ha attivato da 1 a 3 equipe e il 19% più di 3. Nel setting delle cure domiciliari, solo 2 aziende non hanno attivato equipe mentre il 51,7% ha attivato da 1 a 3 equipe e il 46% più di 3. Nelle UCP i professionisti sono completamente dedicati nel 57% delle aziende, mentre non sono esclusivamente dedicati nel 43%.
 
Per quanto concerne il coinvolgimento del MMG, nel 94% è informato della presa in carico del paziente, nel 74% è anche coinvolto attivamente nel percorso di cura. Questo sono alcuni dei dati che emergono dall’istruttoria predisposta da Agenas in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 35, comma 2-bis del DL. 25-5-2021 n. 73. Obiettivo è quello di svolgere una ricognizione delle attività svolte dalle singole Regioni e Province Autonome ed elabora un programma triennale per l’attuazione della legge 15 marzo 2010, n. 38, al fine di assicurare, entro il 31 dicembre 2025, l’uniforme erogazione dei livelli di assistenza. “Il livello di attuazione delle cure palliative è complessivamente buono – si legge nel documento -ma permangono ritardi e aree di debolezza in alcune aree geografiche e in alcuni setting, principalmente quello ospedaliero a cui, peraltro, continuano ad essere indirizzate inappropriatamente le domande e i bisogni di cure insoddisfatti”.
 
“È pertanto necessario – si raccomanda - un potenziamento quantitativo e qualitativo dell’intera filiera assistenziale specie sul fronte territoriale che preveda una cabina di regia regionale ancora più coinvolta nei processi decentrati e allocazione di risorse dedicate; tutto ciò costituirà l’impegno dei Piani triennali previsti dalla legge.

pubblicità


 
La sintesi
Il monitoraggio LEA per l’anno 2019 mostra che tra le 16 Regioni a statuto ordinario valutate, 4 sono risultate inadempienti (Abruzzo, Calabria, Campania e Sicilia) e 4 adempienti “con impegno” (Marche, Piemonte, Toscana e Umbria) in merito all’organizzazione delle cure palliative.
 
All’indagine condotta da Agenas hanno risposto tutte le 21 Regioni e P.A. e di tutte le ASL territoriali (99) con una copletezza quindi del 100%. Sono stati censiti 307 hospice, di cui 7 pediatrici. E’ stato rilevato che: hanno istituto formalmente la rete di cure palliative (adulto) 19 Regioni e P.A. con presa in carico sia dei pazienti oncologici che non oncologici; 13 Regioni hanno anche attivato la rete di cure palliative pediatriche. Tra le 19 Regioni che hanno istituito la rete, 13 hanno anche creato l'organismo di coordinamento regionale e 11 hanno nominato il coordinatore regionale.
 
Corsi di formazione specifica per professionisti sono stati realizzati in 12 Regioni/PA, mentre 6 hanno attivato procedure specifiche di accreditamento ai sensi dell'Accordo Stato-Regioni del 27 luglio 2020. Circa la programmazione sanitaria di settore per il triennio 2022–2024, 10 Regioni/PA hanno dichiarato e documentato una pianificazione prospettica, mentre tra le restanti 11 alcune hanno manifestato intenti e proposte.
 
Attualmente, Il 90% delle aziende sanitarie territoriali ha attivato la rete locale delle cure palliative; di esse il 69% ha attivato la carta dei servizi via web e il 79% percorsi di cure dedicate. Nel setting ospedaliero, si osservano però 34 ASL prive di equipe di CP; il 42,7% ha attivato da 1 a 3 equipe e in un 1 caso su 5 si hanno tre o più equipe. Nel setting delle cure domiciliari, solo 2 Aziende risultano prive di equipe; oltre la metà ha attivato da 1 a 3 equipe e nel 46% dei casi più di 3. In queste equipe domiciliari, i professionisti sono esclusivamente dedicati nel 57% delle Aziende. Nel 94% delle ASL il MMG viene informato della presa in carico del paziente, nel 74% è anche coinvolto attivamente nel percorso di cura

 

Commenti

I Correlati

"Epidemia tra i mammiferi è un passo avanti verso l'uomo, non uno ma più ceppi si stanno adattando"

Necessari per rendere effettiva l'applicazione dei nuovi Lea

Rossi: “È impossibile far rientrare in un codice una patologia specifica e spesso è multifattoriale. Questa è una assurdità che va condannata ed evitata con ogni mezzo”. Cimo-Fesmed: “Auspichiamo più interventi strutturali”

Firmato e inviato alle principali Istituzioni del Paese un documento con cui si chiede di potenziare la rete diabetologica, di garantire l’equo accesso alle cure su tutto il territorio nazionale, di investire in prevenzione e diagnosi precoce, di svi

Ti potrebbero interessare

Necessari per rendere effettiva l'applicazione dei nuovi Lea

Attivato il piano nazionale dopo l'allerta del Dipartimento per le politiche antidroga. Il ministero della Salute: "Informare sui rischi"

Previsto nell’Istituto dei tumori di Napoli il reclutamento di 30 nuovi ricercatori under 40. Più della metà degli studi approvati presentati da donne

Assistenza domiciliare, su step intermedi arranca il meridione

Ultime News

Il primo appuntamento partenopeo si inserisce nella fase pilota del Progetto per un programma di screening nazionale nella popolazione pediatrica delle due patologie, promosso dall'Istituto Superiore di Sanità su incarico del Ministero della Salute

Greco (S.I.d.R.): “Prevenzione decisiva a supporto di genetica e stili di vita”

"Epidemia tra i mammiferi è un passo avanti verso l'uomo, non uno ma più ceppi si stanno adattando"

Benefici ottimali facendo 6-10 piani a piedi al giorno